C'è silenzio ora,
solo una brezza leggera
da un portone aperto s'insinua tra le ombre e i metalli.
Tra la fievole luce del meriggio inoltrato
e gli echi rumori della memoria.
S'accende allora il ricordo;
rompendo il silenzio!
Batte un martello
incessante, ritmico
cardiaco,
che da vita all'inerte lamiera.
Fa eco poco distante
lo stridio infuocato di un arco
che fonde e unisce
segnando i volti
con rivoli di sudore,
e il pavimento da luci e ombre
che danzano nell'aria;
lapilli volano gittati via
come dal risveglio turbolento, improvviso
di vulcano, o la lotta tra Efesto e  Caco.
E ancora
un disco che taglia e forma
l'ostante acciaio
disegnando nell'aere tutte le costellazioni esistenti
e formandone altre
come un big bang infinito.
Tra rumori e odori
l'idea prende forma
L'astratto pensiero
s'amalgama 
attraverso la fatica operosa
e prende dimensione
profondità materiale,
finanche in risposte
a domande fatte o mai poste.
Cessa la brezza,
il portone è chiuso
ma tra le ombre e i metalli
permane il rumore della memoria
l'odore della fatica
Nella notte che incombe
non c'è più buio infinito
o silenzio assoluto.
Rimembranze.
E il flebile vocio delle umane esistenze
perpetuamente echeggia.

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